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 Schiavitù nell'antica Roma

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MessaggioTitolo: Schiavitù nell'antica Roma   Schiavitù nell'antica Roma Orolog10Gio Feb 04, 2010 8:41 pm

Gli schiavi erano oggetti di proprietà assoluta del loro padrone. Non avevano dignità giuridica, non potevano possedere né beni di proprietà e neanche una propria famiglia, dal momento che il loro matrimonio, anche se raggiunto con il consenso del padrone, si considerava come un semplice concubinato, ed i figli nati da esso erano di proprietà del padrone. Gli schiavi domestici venivano ricevuti con una cerimonia, e gli si praticava una "purificazione" versando acqua sulle loro teste.

Gli schiavi eseguivano ogni tipo di attività lavorativa immaginabile per l'epoca nelle domus, nelle ville e nelle fattorie, che non comportasse l'utilizzo di armi, la possibilità di fuga, o la gestione di beni molto costosi: agricoltore, allevatore di animali, falegname, giardiniere, domestico, muratore, ecc.

Allo schiavo venivano assegnati compiti in base al loro livello culturale e particolari competenze o inclinazioni. Nel caso fosse particolarmente colto, spesso veniva impiegato come insegnante di lingua, più spesso il greco, o, nel caso di persone molto calme e fidate, come precettore dei bambini. Raramente venivano utilizzati come scriba, compito che si preferiva affidare a professionisti romani.

Tra le mansioni di medio livello vi era la cura estetica ed il benessere fisico della persona, esistevano addetti al bagno, manicure e pedicure, massaggiatori, prostitute, truccatrici, guardarobieri con il compito di aiutare ad indossare la toga, la palla, ecc. Erano spesso incaricati di compiere funzioni di maggiordomo, ricevevano gli invitati, raccoglievano la toga ed i calzari, preparavano il bagno caldo, insaponavano risciacquavano ed asciugavano i padroni, e spesso lavavano loro i piedi.

I più belli, graziosi e gentili, erano meglio abbigliati, servivano il vino, tagliavano le vivande, porgevano i vassoi, mentre quelli incaricati di raccogliere, pulire i piatti e gettare o riciclare la spazzatura erano peggio vestiti. Spesso, nelle famiglie più ricche ad ogni invitato si aggiudicava uno schiavo "servus ad pedes" che rimaneva seduto ai piedi del triclinio. Quelli che nascevano schiavi e venivano educati, costituivano una classe privilegiata tra i servi. Non potevano assistere alle rappresentazioni teatrali.

Ovviamente, per gli schiavi esistevano mansioni di basso livello, come spurgare le fognature, buttare la spazzatura, allevare i porci, ecc. Tra queste la peggiore, un'autentica condanna a morte, era la cessione ad una scuola per gladiatori, che in molti casi portava rapidamente alla morte, e qualche volta alla gloria come gladiatore plurivittorioso, che spesso riotteneva la libertà. Gli schiavi non combattevano in guerra, perché reputati inaffidabili.

Agli schiavi spesso i padroni mettevano un collare con una targhetta o ciondolo dove si poteva leggere "tenemene fucia et revo cameadomnum et viventium in aracallisti" , che può essere tradotto "arrestatemi se fuggo e riportatemi alla bella casa del mio padrone".

Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Schiavit%C3%B9_nell%27antica_Roma
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MessaggioTitolo: Re: Schiavitù nell'antica Roma   Schiavitù nell'antica Roma Orolog10Gio Feb 04, 2010 8:43 pm

Studi recenti stimano che gli schiavi nell’antica Roma fossero oltre un quarto o addirittura un terzo della popolazione nei quattro secoli che vanno dal 200 a.C. al 200 d.C.. Quello che è certo è che all’interno della civilità romana antica il lavoro degli schiavi rappresentava una componente essenziale dell’economia, e come tale era regolato da leggi e consuetudini. Durante le guerre di conquista, il bottino di schiavi era considerato uno dei più preziosi; e se gli schiavi erano tecnicamente considerati come merce di proprietà del loro padrone, è anche vero che di fatto fossero esseri umani, e non sempre il loro modo di essere era la totale sottomissione. La tensione psicologica tra schiavo e padrone è presente nelle fonti letterarie antiche, così come storielle su schiavi disobbedienti o astuti. In alcuni casi lo schiavo riusciva a trovare un modo per affermare se’ stesso e per esercitare un potere contro i potenti, in modo che l’apparente asimmetria dei ruoli venisse parzialmente meno.
Il ruolo principale dello schiavo era quello di offrire lavoro al proprio padrone. Nel corso dei secoli, milioni di uomini, donne e bambini sono vissuti in uno stato di non esistenza, senza diritti di alcun tipo. Se alcuni schiavi erano trattati bene, la punizione fisica e l’abuso sessuale erano molto frequenti e in generale lo schiavo era visto in modo molto simile ad un animale. Non esistono fonti che narrano in prima persona la vita in servitù; la maggioranza delle prove disponibili viene da Plutarco e altri storici rappresentativi delle classi più abbienti.
L’odio degli schiavi nei confronti dei padroni si esplicitò talvolta in ribellioni, delle quali la più celebre è senza dubbio quella di Spartacus, avvenuta nel 73-71 a.c. La rivolta di Spartacus, anche se terminata con la sconfitta dei ribelli, spaventò le classi abbienti che per molto tempo temettero l’avvento di un “secondo Spartacus”. Ma, di fatto, le ribellioni di schiavi furono abbastanza rare in quanto la posta in gioco era estremamente elevata.
La riduzione in schiavitù era temuta da coloro che erano stati chiamati a combattere contro le forze romane, e talvolta si preferiva ricorrere al suicidio piuttosto che passare dalla libertà alla servitù. Talora accadeva che gli schiavi aggredissero i loro proprietari perchè intolleranti nei confronti delle condizioni in cui erano costretti: nella prima metà del I sec. d.c. un alto funzionario imperiale fu addirittura assassinato da un suo schiavo. La legge romana si abbattè in questo caso anche contro quegli schiavi colpevoli di non aver salvato il loro padrone, punendone circa 400 con la morte.
L’incidenza degli schiavi che scappavano è sempre stata abbastanza alta. Esistevano figure professionali apposite deputate alla ricerca di schiavi latitanti, e inoltre venivano esposti manifesti in luoghi pubblici che descrivevano i fuggiaschi offrendo ricompense per la loro cattura. Talvolta intorno al collo degli schiavi veniva stretto un collare di ferro; alcuni esemplari sono tuttora visibili nei musei.
Una sorta di resistenza alla schiavitù, ben radicata nella società romana, veniva esplicitata in episodi di micro-criminalità come piccoli furti; tuttavia, gli schiavi nell’antica Roma non sono mai stati motivati da un vero senso di solidarietà di classe in quanto la loro composizione era troppo eterogenea. Di fatto non c’è mai stato nell’antica Roma un movimento per l’abolizione della schiavitù.

Fonte: http://www.romabeniculturali.it/la-schiavitu-nellantica-roma.htm
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MessaggioTitolo: Re: Schiavitù nell'antica Roma   Schiavitù nell'antica Roma Orolog10Gio Feb 04, 2010 8:46 pm

Questo saggio è molto lungo e spiega ogni cosa sulla condizione degli schiavi nell'antica Roma:

http://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/schiavismo.htm
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MessaggioTitolo: Re: Schiavitù nell'antica Roma   Schiavitù nell'antica Roma Orolog10Mar Mag 04, 2010 12:13 pm

Roman Slavery

Un articolo che parla degli schiavi nell'Antica Roma, che valore avevano, quanto costavano ecc:

Citazione :
Slavery in the ancient world and in Rome was vital to both the economy and even the social fabric of the society. While it was commonplace throughout the Mediterranean region, and the Hellenistic regions in the east, it was not nearly so vital to others as it was to the dominance of Rome. As the Romans consolidated their hegemony of Italy and Sicily followed by the systematic conquest of western Europe, countless millions of slaves were transported to Rome the Italian countryside and Latin colonies all over Europe.

http://www.unrv.com/culture/roman-slavery.php
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MessaggioTitolo: Re: Schiavitù nell'antica Roma   Schiavitù nell'antica Roma Orolog10

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